Freestyle kitesurfing

Freestyle Kitesurfing

Il kitesurf è una specialità sportiva che sta ormai da tempo diventando sempre più popolare. E’ nata quindi negli anni l’esigenza di differenziare le session in acqua attraverso l’introduzione di diverse discipline, per dare ad ogni rider la possibilità di divertirsi e trovare quella che più si avvicina alle proprie preferenze di stile. Stiamo parlando del Freeride, il Waveriding, il Race, il Long distance, lo Speed, il Wakestyle e di quella che viene considerata la disciplina “madre” del kitesurf, la più spettacolare e la protagonista della maggior parte delle competizioni, il Freestyle.

A chi desidera imparare nuove manovre di freestyle o semplicemente migliorarsi nei salti, Globe Kiter propone lezioni avanzate con un istruttore che ti insegnerà tutti i trucchi per progredire rapidamente.

Che cos’è il Freestyle?

Il Freestyle, letteralmente “Stile libero”, consiste nell’utilizzare la tavola e il kite per saltare e compiere evoluzioni in aria. E’ una disciplina che si rinnova costantemente con l’introduzione di nuove manovre, sempre più spettacolari e difficoltose.

Tutte le manovre del freestyle vengono chiamate “TRICK”. Ogni trick ha una precisa denominazione e un certo livello di difficoltà.

Le tavole da Freestyle sono progettate principalmente per saltare.  Il loro principale obiettivo è infatti fornire la giusta spinta nei salti ed chiaramente un buon ammortizzamento negli atterraggi.

All’interno della stessa disciplina in realtà si distinguono due scuole differenti: la Old School e la New School.

Old School

Definito anche oldstyle, è stato il primo stile praticato nel kitesurf, con le prime manovre ideate ed eseguite appartenenti appunto al freestyle.

E’ caratterizzato da evoluzioni “Hooked”, cioè con la barra agganciata al trapezio. L’oldstyle sono i salti molto alti, le rotazioni, i kiteloop, le figure in aria togliendosi la tavola e molto altro.

Freestyle Kite camp - dead man

New School

Le manovre del New School sono principalmente ereditate dal wakeboard e quindi eseguite ad altezze ridotte rispetto alla old school, più veloci e  “Unhooked”, quindi con la barra non agganciata al trapezio.

Freestyle New School - Kite camp

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“Credere in se stessi perché il limite degli altri non deve essere il proprio.”

 

 

Kite pop

Il pop nel kitesurf. Cos'è e come si esegue

Cos’è e come si esegue il kite pop

Il pop è uno degli elementi più importanti del kitesurf freestyle e wakestyle, partendo proprio dal salto base. Per saltare infatti non basta muovere il kite e tirare la barra, come spesso si sente dire, ma è fondamentale eseguire il kite pop.

Acquisire una buona tecnica ci permette non solo di “staccarci” dall’acqua senza muovere o invertire il kite, ma anche di saltare più in alto.

In questo articolo ci riferiremo al kite pop agganciato (Hooked). Tuttavia il pop è un trick che si esegue anche da sganciato (Unhoohed).

Il pop nel kitesurf. Cos'è e come si esegue

In cosa consiste?

Si tratta di contrastare improvvisamente il tiro del kite durante l’andatura, per essere tirati verso l’alto. In pratica quando ci si oppone velocemente al tiro del kite, si riceve un forza contraria che determinerà una sorta di effetto elastico.

Per eseguire il kite pop, con un movimento veloce e improvviso si stra-orza, cioè si porta la tavola in modo deciso e il più possibile in direzione del vento. Si genera quindi una resistenza alla trazione del kite che se rilasciata in modo opportuno ci permette di uscire dall’acqua ed essere sollevati in aria.

Il kite pop si può riassumere quindi come un movimento coordinato e veloce di orzata e stacco.

Perché eseguire un buon pop è importante?

Come abbiamo già accennato sopra, il pop è una manovra di fondamentale importanza in quanto è alla base dell’esecuzione di qualsiasi trick del kitesurf a partire dal salto base!

Ma vediamo tutti i passaggi nel dettaglio.

Il pop nel kitesurf. Cos'è e come si esegue Il pop nel kitesurf. Cos'è e come si esegue

Come si esegue?

  1. In planata a buona velocità fermare il kite a 45° (oppure ore 1, ore 11), caricare sui talloni, mantenendo la tavola ben spigolata.
  2. Per iniziare ad opporci al tiro del kite, aumentare lo spigolo della tavola, spostando il bacino (non le spalle) indietro verso il vento e portando quindi un carico maggiore sul trapezio; inizieremo a sentire crescere la trazione del kite (dovremo pertanto allungare le braccia e allontanare leggermente la barra).
  3. Ora, per generare la massima resistenza alla trazione del kite, necessaria per “staccarci dall’acqua”, basterà con un movimento deciso e improvviso stra-orzare (cioè portare la tavola il più possibile in direzione del vento), caricando senza esitazione tutto il peso sulla gamba posteriore, come se volessimo frenare improvvisamente.
  4. Questo è il momento il cui dovremo tirare la barra e alzare la gamba anteriore, lasciandoci “strappare” dalla forza del kite.
  5. Una volta in aria, guardando sempre dove stiamo andando, indirizzeremo la gamba anteriore al lasco e atterreremo quindi preparandoci ad ammortizzare sulle gambe.

Vediamo meglio nel dettaglio alcuni elementi.

Posizione del kite

Mantenere il kite alto, ore 1 o ore 11, ci permetterà di gestire in modo adeguato la pressione sul rail della tavola e di orzare a piacimento. Tenete le mani centrali sulla barra, in modo da evitare movimenti involontari del kite.

Velocità

Una buona velocità mi farà avere un maggiore effetto elastico. E’ bene quindi accelerare a sufficienza fino a quando si è ancora in grado mantenere un adeguato controllo e di orzare quando lo si desidera.

Carico sui talloni

Per aumentare la pressione sulla tavola e quindi la resistenza alla trazione del kite bisogna aiutarsi con il bacino come se ci si volesse sedere sull’acqua; non arretrare le spalle. Spostare le spalle significherebbe perdere più facilmente il carico sui talloni e l’aderenza della tavola. Abbassare il bacino indietro permette di mantenere lo spigolo della tavola con il carico sui talloni e di aumentare la resistenza alla trazione.

Orzata

Accanto ad una buona velocità, anche il movimento deciso del corpo mentre si orza e si carica sul posteriore permetterà di ottenere un miglior effetto elastico.

Quali sono le difficoltà iniziali?

Nell’eseguire il kite pop all’inizio si fa fatica a percepire quando la resistenza alla trazione è massima, a capire come caricare sul posteriore e quando tirare la barra.

Più si pratica e più migliorerà la percezione della resistenza alla trazione. Concentrarsi sulle sensazioni è utile per capire la differenza tra un pop riuscito e uno no.

Anche il movimento del bacino e il carico sul posteriore spesso non è chiaro. Guardare un video sull’esecuzione del pop via aiuterà meglio a capire la posizione. Orzare senza caricare tutto il peso sul posteriore vi porterà solo a frenare senza uscire dall’acqua.

Infine, può capitare di avere difficoltà a gestire il “tiro” sulla barra. Tirare la barra mentre si sta orzando, aumenterà solo la trazione del kite rendendo quindi vana la stra-orzata. La barra va quindi tirata immediatamente prima dello stacco. Al contrario, nella fase pre-stacco, quando si abbassa il bacino per aumentare la pressione sul rail della tavola e la resistenza alla trazione stessa, bisogna allontanare leggermente la barra proprio per garantire una buona stra-orzata.

Un esercizio per imparare ad eseguire il kite pop

Per prendere confidenza con la percezione della trazione del kite sul trapezio, che si genera spigolando la tavola e orzando, e capire quindi quando è il momento di staccare, all’inizio si consiglia di provare quella che sentirete chiamare la “serpentina”: poggiare leggermente prima di orzare di colpo.

Si può eseguire l’esercizio aumentando gradualmente la velocità e il carico in chiusura, finché non ci si staccherà dall’acqua.

Come si esegue la serpentina

Innanzitutto, il fatto di poggiare per qualche secondo (raddrizzare il corpo, riducendo lo spigolo e quindi appiattendo la tavola, andando al traverso o al lasco) permette di aumentare la velocità. Poggiando è importante tirare la barra per aumentare la trazione generata dal kite.

Subito dopo si aumenta di nuovo velocemente lo spigolo abbassando il bacino e contemporaneamente si allontana la barra quanto basta. Caricare sui talloni e aumentare lo spigolo della tavola ci permette quindi di ruotare bacino, spalle e corpo per portare la tavola di colpo verso il vento, chiudendo il più possibile di bolina, alla ricerca della stra-orzata. Al termine di questa fase dovremmo aver raggiunto la massima resistenza; non resta che tirare la barra e riprendere a poggiare reindirizzando la tavola al lasco e aumentando ancora un po’ la velocità.

La sicurezza prima di tutto

Ricordatevi che il caschetto e life vest non sono da utilizzare solo durante il corso base. Se iniziate a saltare è logicamente più sicuro indossarli.

Al contrario, il leash della tavola è assolutamente vietato, sempre! E a maggior ragione per chi inizia a saltare.

Inoltre, prima di iniziare a saltare, anche se si tratta di eseguire il pop, ricordatevi che è d’obbligo verificare di avere almeno 50 metri di spazio libero sottovento e almeno 30 sopravento.

Conclusioni

Fare una valutazione personale dei propri errori e capire come correggerli non è così semplice. Guardare un video tutorial o leggere un articolo come questo può essere certamente utile per iniziare ad provare un nuovo trick. Tuttavia quello che possiamo consigliarvi è di affiancare a questi metodi di didattica anche una lezione privata avanzata (per saperne di più CLICCA QUI). L’istruttore non vi spiega solo la tecnica, cercando di risolvere i dubbi legati alla lettura di un articolo o alla visione di un video, ma vi osserva durante la pratica, capisce i vostri errori ed è in grado di aiutarvi a correggerli.

Il pop è davvero un passaggio importante nella vita di ogni kiter. Per questo motivo non bisogna avere fretta di impararlo per procedere allo step successivo del salto base.

Per migliorare bisogna solo continuare a praticare. Quando vi sentirete sufficientemente a vostro agio nell’esecuzione, inserendo il movimento dell’ala sarete pronti per chiudere anche il salto base.

Una buona esecuzione del pop vi porterà a saltare molto in alto!

Provando il kite pop

Condividi con noi la tua esperienza o le due domande in un commento. Se poi questo articolo ti ha dato degli spunti su cui lavorare per migliorare, ci farebbe piacere ricevere il tuo like.

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Traversata Sal Boavista: sul Kitesoul Magazine il racconto di Diego

Sono passati due mesi da quello straordinario evento, la traversata da Sal a Boa Vista (50 km in mezzo all’oceano Atlantico e 75 km effettivi di downwind), ma il solo ricordo continua ad emozionarci esattamente come quel giorno!

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Dopo il breve racconto di chi come me ha vissuto quelle emozioni dalla barca di appoggio (blog del 13/02) e di chi come Federico Marchesini ha surfato in mezzo all’oceano, raccontando le proprie sensazioni sul 4actionsport, il Kitesoul Magazine dedica a questo grande evento un bellissimo articolo, naturalmente pubblicato sia nella versione in italiano che in inglese.

Il Kitesoul Magazine raccoglie il contributo scritto da tre rider: Diego Facchetti, il nostro Globe Kiter (terzo classificato), Romi de Jesus (primo classificato) e Ulrich Frank (l’organizzatore dell’evento).

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Assolutamente da non perdere!

Vi ritroverete a vivere insieme a noi quelle emozioni e a scoprire molti particolari pratici e tecnici che, chissà, potrebbero tornarvi utili, nel caso in cui vi venisse voglia di iscrivervi alla seconda edizione prevista per i primi di febbraio del prossimo anno.

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Il nuovo sito dell’organizzazione Kitesurfing Boavista è già attivo e a fine settembre inizieranno a raccogliere le iscrizioni.

Intanto vi consiglio di prendervi un po’ di tempo per leggere l’articolo del Kitesoul Magazine, a pagina 46!!

Se poi vi balenasse l’idea di partecipare, noi raccogliamo le adesioni per formare un gruppo di “Globe Kiters” per la prossima edizione. In tutto saranno selezionati una trentina di rider.

Forza, fatevi sotto!

<–Read here in English page 46 –> 
Kitesoul Magazine: “My 75 km in the Atlantic ocean”
<–In Italiano pagina 46–>
Kitesoul Magazine: “I miei 75 km in Atlantico”

Nico Sole

Capo Verde dal 30 novembre con Globe Kiter

Dopo quasi 40 giorni di intenso lavoro a Soma Bay, Globe Kiter sta terminando i preparativi per il trasferimento a Boa Vista. Saremo operativi nella bellissima isola dell’arcipelago di Capo Verde a partire dal 30 novembre.

Tuttavia Soma Bay non ci delude mai; in quest’ultimo mese il vento non è mancato e ci ha regalato molte ore di kitesurf, tra session e lezioni.

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Sono tanti gli amici/ospiti, vecchi e nuovi, che hanno scelto di venire a trovarci per vivere insieme a noi i nostri ultimi giorni di lavoro in Egitto di questo 2016. Neofiti del kite, che ci hanno scoperto nel corso di quest’ultimo anno, hanno replicato la loro vacanza a Safaga per poter raggiungere l’autonomia grazie alle lezioni con Globe Kiter; non solo, anche gli amici vecchi, ospiti veterani, non si sono fatti sfuggire l’opportunità di tornare ancora una volta per surfare nella nostra bellissima baia e per rivivere l’indimenticabile esperienza dell’allegra convivenza in Globe House. Un mese all’insegna dell’amicizia e dell’aggregazione, davvero ricco di surfate e tante risate.

C’è chi ha iniziato a planare, chi a bolinare, chi si è allenato con il pop e il salto base o il toeside, e chi ancora si è cimentato in trick di livello più avanzato, come il back-roll, front-roll e downloop.

Globe Kiter non può che essere orgoglioso dei grandi progressi raggiunti da tutti i nostri amici kiter, grazie alla loro costanza e passione. Qualcuno ha anche definito Diego un buon “motivatore”, quando, per dare ritmo alla lezione, urla con la sua voce forte e chiara:
“Andiamo!!”,
”Forza!!”,
“Vuoi un caffè (in acqua)?”.

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Chiudiamo per quest’anno il capitolo Soma Bay, per aprire a breve quello di Capo Verde con il nostro sito aggiornato e rinnovato nella Home Page: stessa passione, stessa voglia di regalarvi tanti bellissimi momenti da ricordare della vostra prossima vacanza kite.

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli amici/ospiti che ci hanno raggiunto qui a Safaga. Vi aspettiamo tutti a Capo Verde!

alt:"Kitesurf a Boa Vista, Capo Verde, Globe KIter"

 

Diventa assistente istruttore con Globe Kiter! I requisiti per diventare un istruttore IKO

L’evento di questa settimana a Soma Bay è stato il “Corso Addestramento Istruttori” (ITC / Instructor Training Course) della IKO, International Kiteboarding Organization: 5 giorni di teoria, pratica, test, simulazione e verifica con esame finale.

Sono molti i ragazzi che hanno partecipato al corso e molte le cosiddette “cavie” (allievi del corso base) che si sono messe a disposizione per la pratica dei futuri istruttori.

Spesso ci capita di ricevere richieste di informazioni da parte di kiters che vorrebbero fare della propria passione il proprio mestiere.

Quali sono i requisiti INDISPENSABILI per poter iscriversi al corso e diventare un istruttore IKO.

Avere almeno 18 anni di età.

Essere un kiteboarder con livello N3 IKO (Vedi Link SKILL LEVELS – LEVEL 3 Indipendent) da almeno un anno con le seguenti capacità:

  • eseguire perfettamente salti in entrambe le direzioni,
  • bordeggiare con sicurezza hell-side e toe-side, con cambio in andatura,
  • cambiare mura a velocità minima ed a quella di andatura,
  • padroneggiare completamente la bolina,
  • saper stare tra altri kiters senza indugi sulle precedenze.

Inoltre come si può leggere sul sito della IKO è necessario saper:

  • saltare afferrando la tavola (jump and grab),
  • recuperare una tavola in acqua alta,
  • recuperare un rider trascinandolo in body drag,
  • eseguire un self-rescue in acqua alta,
  • un self-launch e un self-land.

Avere ottenuto la certificazione di “Assistente Istruttore

Avere un certificato valido di Primo Soccorso e CPR.

Passare il corso pre-ITC on line con un punteggio minimo del 70 %.

Essere in grado di leggere, scrivere e parlare fluentemente la lingua in cui viene effettuato il corso. Il corso ITC viene svolto da Esaminatori Master Internazionali in italiano o in inglese.

Ogni altra abilità sarà valutata come “punteggio aggiuntivo”.

Come si diventa Assistente Istruttore?

Il Corso di Formazione Assistente Istruttore (AITC) si completa in un minimo di tre giorni in presenza di un istruttore di almeno Secondo Livello qualificato.

Globe Kiter vanta un’esperienza di 15 anni di pratica di kitesurf, di cui 10 di insegnamento, e la qualifica di istruttore di Secondo Livello Senior.

Perché scegliere Globe Kiter?

Globe Kiter ti permette di completare il corso assistente istruttore nel bellissimo spot di Soma Bay offrendoti il pernottamento gratuito in casa Globe e la possibilità di sfruttare al massimo la sua esperienza condividendo con lui dubbi o curiosità durante tutto il tuo soggiorno.

Globe Kiter ti assicura tante risate, accanto alla possibilità di progredire nel tuo sport preferito.

In vista di prossimi corsi ITC 2016 organizza una vacanza davvero speciale. Potrebbe diventare la tua nuova possibilità di carriera!

https://www.globekiter.net/iko/assistente-istruttore/

Le foto della settimana..

Giovanni, l’allievo del corso base di Globe Kiter. A fine settimana conquista i suoi primi bordi! Bravo Gio!

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Corso ITC.. futuri istruttori e i loro corsisti.

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